L’arcivescovo mons. Ivan Maffeis alla presentazione dell’VIII Rapporto sulle Povertà e Risorse 2022: «Soprattutto non distogliere mai lo sguardo da ogni povero…Uno sguardo da avere e maturare solo insieme, come credenti e come cittadini»
«Soprattutto non distogliere mai lo sguardo da ogni povero», è l’esortazione che l’arcivescovo Ivan Maffeis ha rivolto ai partecipanti alla presentazione dell’VIII Rapporto diocesano sulle povertà e le risorse 2022 della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve, avvenuta il 19 giugno, presso la sede Caritas del “Villaggio Sorella Provvidenza” di Perugia, alla presenza di diversi rappresentanti di Istituzioni civili ed Organismi pubblici e privati impegnati nel Welfare e di operatori dei media del capoluogo umbro.
Nel ringraziare quanti hanno lavorato alla redazione del Rapporto e alla sua divulgazione, mons. Maffeis, non nascondendo la sua appartenenza al mondo del giornalismo, non ha dimenticato gli operatori dei media, perché, ha precisato: «hanno, qui a Perugia, una grande attenzione e un grande rispetto per quello che facciamo a livello pastorale e sociale».
Mons. Maffeis, prendendo lo spunto dal recente messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale dei poveri del prossimo novembre, un messaggio che invita a riflettere sul Libro sapienziale di Tobia, ha spiegato l’importanza umana e cristiana del «non distogliere mai questo sguardo», perché, «lo sguardo per i poveri va tenuto insieme, non da soli, abitando una città dove c’è bisogno davvero delle Istituzioni, di chi è al servizio del bene comune nelle varie forme; c’è bisogno degli istituti di credito che hanno il polso di quanto succede e nella misura in cui sono disponibili possono fare un bene enorme. Credo che la Chiesa e la Caritas che è il nostro “gioiello”, e non lo dico come modo di dire, è la nostra “punta di diamante” sia come provocazione, perché ci aiuta a non sederci, sia come espressione del Vangelo vissuto. E questo sguardo sul povero lo possiamo avere e maturare solo insieme. E allora gli interventi, da quelli assistenziali fino a quelli educativi, saranno al servizio di una democrazia, al servizio di un Paese. Come credenti avvertiamo tutta la responsabilità, ma come cittadini non siamo lontani da questo».